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I vestiti in cotone di H&M inquinano e non è l’unico marchio

I vestiti in cotone di H&M inquinano e non è l’unico marchio

cotone

Sei una persona attenta all’etichetta quando compra i vestiti? Cerchi di indossare solamente tessuti che siano sicuri e naturali, cercando di evitare la possibilità di allergie alla pelle? Allora questo è l’articolo che fa per te. Scoprirai che non tutte le aziende, soprattutto i marchi famosi, prestano la massima cura nella creazione di un capo.

Cos’è il cotone biologico

L’industria del cotone è una di quelle con più impatto ambientale. Per la terra e per l’uomo. Per lo sfruttamento del lavoro minorile, per l’uso massiccio di acqua (una t-shirt = 3000 lt di acqua), per l’uso smodato di pesticidi, che inquinano la terra e fanno ammalare gli agricoltori. Esiste un rimedio però a tutto questo, ovvero il cotone biologico. Per essere definita tale, la produzione del cotone biologico prevede: l’utilizzo di fertilizzanti di origine vegetale, l’eliminazione dei parassiti tramite l’uso di insetti antagonisti, la rimozione delle erbe infestanti tramite processi meccanici (impiego di trattori, zappe o a mano) e l’uso esclusivo di semenze che abbiano subito almeno quattro germinazioni in assenza di trattamenti chimici.

Le aziende famose

Se un’alternativa, seppur più costosa esiste, allora perché i grandi marchi non ne fanno uso? Per soldi direte voi. Molto probabilmente. Ad ogni modo uno studio condotto da Rank a Brand ha tenuto sotto controllo 37 aziende della moda e del settore tessile, valutandole in base ai loro comportamenti sull’utilizzo della materia prima. Il risultato è questo:

tabella
Ikea risulta essere in prima linea per l’uso e l’approvvigionamento del suo cotone, mentre H&M, Nike e Adidas leggermente sotto. I brand che hanno quasi toccato il fondo sono, GAP, Walmart e Ralph Lauren. Nel 2016 oramai non ci sono più scuse per non passare all’utilizzo di un cotone, non solo biologico, ma anche appartenente al mercato equosolidale, per prevenire una volta per tutte la piaga dello sfruttamento minorile nei campi di cotone.