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Ritirate pellicce per bambini: sono tossiche

Ritirate pellicce per bambini: sono tossiche

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Non avremmo mai voluto saperlo ma la notizia sta raggiungendo le case di tutti. In questi giorni sono finiti sotto accusa i produttori di abbigliamento, cosa di certo non nuova, ma con una piccola benché fondamentale variante: si tratta di vestiario (nello specifico di giacche dotate di parti in pelliccia o totalmente ricoperte) per bambini, ritirato dal commercio perché particolarmente dannoso per la salute. Da diversi studi si evince che siano (purtroppo) moltissimi i prodotti tossici che le fabbriche usano per la produzione di capi di abbigliamento che, quotidianamente, indossiamo e che entrano perciò in contatto con la nostra pelle. La contaminazione tossica avviene lungo tutte le fasi della produzione (lavaggio, tinteggiatura, stampa dei tessuti) e rappresenta un vero e proprio pericolo non solo per l’ambiente ma anche per la salute umana.

A farne le spese però, in questo malaugurato caso, sono i più componenti più piccoli delle nostre famiglie. Vediamo subito di entrare di più nello specifico: di quali sostanze tossiche si fa uso e, soprattutto, quali marche (purtroppo anche molto celebri) sono coinvolte in questo scandalo.

pellicce-tossiche26) I capi per bambini contaminati 

Sembra infatti che sul banco degli imputati siano salite quelle belle pellicce di origine animale che bordano giubbini, cappotti e maglioni, capi alla moda che amiamo far indossare ai nostri bambini per proteggerli dal freddo. Il Ministero della Salute ne ha disposto il ritiro dal mercato, a seguito di denuncia da parte della LAV, la Lega Anti Vivisezione che ha dimostrato, dopo diverse indagini, che alcune pellicce animali sono contaminate da sostanze chimiche molto tossiche che entrano in contatto con la pelle dei nostri bambini.

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5) L’indagine Toxic Fur

Non è la prima volta che la LAV denuncia la pericolosità di alcuni capi d’abbigliamento per bambini. L’indagine Toxic Fur aveva già preso il via precedentemente con una prima denuncia, che coinvolgeva capi per adulti (nel 2013). Questo secondo approfondimento preoccupa ancora di più l’opinione pubblica per il fatto che si parli di abbigliamento per bambini. Il Ministero della Salute non ha potuto far altro che disporre il ritiro dal mercato per contaminazione da cloro esavalente, formaldeide e altre sostanze potenzialmente cancerogene.

Per essere più chiari e specifici, il cromo esavalente è una sostanza che viene usata per fissare il colore sui capi d’abbigliamento e può causare eruzioni cutanee, eczemi da contatto e, in soggetti particolarmente predisposti, anche problemi alle vie respiratorie e irritazioni allo stomaco. Dulcis in fundo, ovviamente non è da non sottovalutare, sul lungo periodo, il potenziale cancerogeno…

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4) Quali sono i capi d’abbigliamento che mettono in serio pericolo la salute dei nostri figli?

Molti sono i vestiti dichiarati pericolosi e, tra questi, anche capi per piccolissimi come, ad esempio, il piumino con cappuccio in pelliccia di coniglio della Blumarine Baby, 36 mesi. È stata analizzata e poi messa alla gogna una pelliccia animale di coniglio di origine spagnola, usata come bordatura per il cappuccio. Ancora, è stata ritirata dal mercato anche la coperta in pelliccia di agnello, Christ, per neonati.

Ad esempio, per quanto riguarda la pelliccia Blumarine Baby, i test ufficiali effettuati sui capi sequestrati dai NAS hanno rilevato un livello (su due campioni) di 37,3 mg/kg e 27,1mg/kg di cromo, contro il livello massimo di sicurezza di 3 mg/kg previsto dal regolamento dell’Unione Europea del 2014. E la lista non finisce certo qui.

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3) La pericolosa presenza di Nonilfenolo Etossilato

La lista continua e si vedono comparire: un parka bimbo 24 mesi, con pelliccia di cane-procione della Woolrich e, pensate un po’, un cappottino bimba 36 mesi, con pelliccia di coniglio della costosissima marca tutta italiana Dolce&Gabbana. Nel caso della giacca Woolrich, è stata riscontrata anche una contaminazione di Nonilfenolo Etossilato, un composto organico di sintesi usato per la tintura dei tessuti. Tuttavia sul composto, sembra che gli Stati membri dell’Unione Europea abbiano raggiunto un accordo per vietarne l’impiego: sembra infatti che causi problemi alla salute, che sia responsabile dell’inquinamento idrico e dell’alterazione degli ecosistemi acquatici.

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2) La posizione della LAV

Poichè parliamo di prodotti destinati a neonati e bambini di pochi anni, la Lav ha chiesto al Ministero della Salute di non abbassare la guardia e di approfondire gli accertamenti, considerando gli aspetti etici che coinvolgono la commercializzazione di pellicce animali usate per capi destinati ai bambini. Dietro una bordatura morbida e colorata che orna il cappottino o il cappuccio di nostro figlio c’è l’orrore dell’uccisione di animali innocenti. E il pelo sintetico non è da meno in quanto a vestibilità, calore e morbidezza!

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1) La posizione delle aziende coinvolte

Non sarà certo facile per le aziende coinvolte gestire l’accusa di fabbricazione dei propri prodotti con sostanze pericolose, per non parlare del danno all’immagine dovuto al ritiro dei pezzi dal mercato. Spazio Sei, l’azienda che commercializza Blumarine Baby, ha reso noto che già nell’ambito di Toxic Fur 1 (quando finì sotto accusa il brand Miss Blumarine) aveva dimostrato, producendo idonee certificazioni, di essere estranea ai fatti commercializzando solo pellicce certificate.

Ognuno è libero di poter scegliere come vestire i propri figli, l’importante è la sicurezza di non minare alla salute dei più piccoli e indifesi.

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