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Allarme pedofilia: “Prendono le foto dei bambini che i genitori postano sui social network”

Allarme pedofilia: “Prendono le foto dei bambini che i genitori postano sui social network”

È in grande aumento, la pubblicazione di foto dei bambini sui social network e su internet, da parte dei genitori. Se da un lato si pensa di non arrecare nessun danno al figlio o alla figlia, dall’altro in realtà il rischio che i pedofili prendano quelle foto e ne facciano un uso pericoloso è molto alto.

La denuncia di Antonello Soro

È un fatto che denuncia Antonello Soro, presidente dell’autorità garante per la privacy, nella sua relazione al parlamento. Era l’8 maggio del 1997 quando entrava in vigore la legge per la privacy: da quel momento, la protezione dei dati è diventata di vitale importanza per tutti i cittadini. Nel mondo digitale però, al giorno d’oggi, si acconsente facilmente al trattamento dei dati, senza sapere bene a cosa si va in contro. Quando si accetta il trattamento dei dati, infatti, diamo libero accesso a tutto ciò che inseriamo nei vari social network. Su Facebook, per esempio, quando viene inserita una foto, il rischio è che qualcuno se ne appropri in modo non consentito.

Il Dark Web e la pedofilia

Antonello Soro, riporta dati sconcertanti, riguardo alla pedopornografia in rete. “La pedopornografia in rete e, particolarmente nel dark web, sarebbe in crescita vertiginosa: nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all’anno precedente”. Queste, sono le parole del presidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali.

Il Dark Web è una parte di internet che non può essere indicizzata dai motori di ricerca come google. Qualcosa di davvero pericoloso se si pensa che, proprio sul Dark Web, avvengono alcuni tipi di contatti tra organizzazioni terroristiche. Il motivo per cui non bisognerebbe mettere le foto su internet è semplice: i presunti pedofili potrebbero prendere le foto dei bambini per adescarne altri. La condivisione di un momento felice, come un compleanno del proprio figlio, potrebbe, quindi, trasformarsi in un’esperienza tutt’altro che allegra.