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Amica del tuo ex? Forse sei una potenziale psicopatica!

Amica del tuo ex? Forse sei una potenziale psicopatica!

Quando una storia d’amore finisce, non è facile mantenere rapporti sereni con il proprio ex. Ma ancora più difficile è riuscire a costruire un’amicizia sincera e disinteressata. Nonostante la sofferenza, i problemi e le difficoltà, molte ex coppie decidono comunque di proseguire la frequentazione, a volte anche con risultati sorprendenti.
Questa situazione è talmente eccezionale da essere ritenuta, da alcuni, una forma di psicopatia! A dirlo è la scienza con uno studio statunitense svolto dalla Oakland University e pubblicato su “Personality and Individual Differences”. Sei rimasta amica del tuo ex? Scopri allora se sei una potenziale psicopatica!

Amica dell’ex? Il lato oscuro della personalità

Nello studio condotto dalla dottoressa Lisa Welling e da Justin Mogilski, sono state coinvolte ben 861 persone, sottoposte a un questionario sui rapporti con gli ex partner. La ricerca ha messo in luce i lati più oscuri del carattere, sottolineando in particolare aspetti come il narcisismo, il machiavellismo e, addirittura, la psicopatia. I partecipanti al test che hanno ottenuto il punteggio più alto rispetto a questi tratti sono proprio quelli che, per ragioni di praticità e di pragmatismo, hanno scelto di rimanere amici dei propri ex.

La spiegazione dei ricercatori

Secondo i ricercatori della Oakland University, sono molte le ragioni che spingono molti ex a rimanere amici dopo la fine di una storia d’amore. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, però, non è l’affetto tra due persone che si sono molto amate nel passato a determinare questa decisione. Dietro alla volontà di instaurare un rapporto di amicizia con i propri ex, ci sono spesso ragioni meno nobili come l’incapacità di accettare serenamente un fallimento o la speranza di continuare a godere di una serie di vantaggi come, ad esempio, il sesso o un po’ di compagnia. In sostanza, si rimane amici per ragioni pratiche, sebbene l’incidenza di questo fattore sia molto variabile e legato al sesso e all’età dei soggetti esaminati. Spesso la scienza serve a dirci ciò che non vogliamo ammettere a noi stesse.

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