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Bebe Vio: contro la sua malattia vince anche alle Paralimpiadi

Bebe Vio: contro la sua malattia vince anche alle Paralimpiadi

Vincere una medaglia d’oro è sempre un’impresa per pochi eletti. Ancora più straordinario è quando capita di conquistarla ugualmente, anche se la vita si impegnata molto a mettere i bastoni tra le ruote. Perché è difficile diventare un vero sportivo ma, lo è ancora di più se si hanno delle malformazioni fisiche. Quanti di noi, osservando gli atleti delle Paralimpiadi hanno visto degli uomini e delle donne dotati di super poteri? Senza braccia hanno nuotato, senza vista hanno lanciato il giavellotto, senza braccia hanno sferrato la stoccata vincente di fioretto…Ditemi, non vedete allora, dei super eroi?

Una ragazza come tutte, o forse no!

La bella e comunque struggente storia di Beatrice Vio inizia 19 anni fa. Bebe cominciò a praticare la scherma già a 5 anni e continuò fino a prima di ammalarsi. Infatti, a soli 11 anni, nel 2008, venne colpita da una grave meningite, che costrinse i medici ad amputarle gambe e braccia pur di tenerla in vita. Il suo caso fu riconducibile al più grave episodio epidemico di meningite da meningococco avvenuto nel nostro paese negli ultimi decenni, che si verificò tra il 2007 e il 2008 in provincia di Treviso. Restò in ospedale 104 giorni, passati in terapia intensiva e nel reparto di chirurgia plastica. Oltre alle gravi amputazioni, la meningite causò a Vio anche le cicatrici che sono ad ora visibili sul corpo e sul viso parti del corpo, viso compreso. Successivamente guarì e divenne la prima schermitrice disabile al mondo a gareggiare con quattro protesi artificiali. Nel 2015 ha pubblicato un libro per Rizzoli intitolato Mi hanno regalato un sogno: La scherma, lo spritz e le Paralimpiadi, le cui prefazioni sono state scritte da Jovanotti, il suo mito, e Luca Pancalli che è presidente del Comitato Paralimpico nazionale, che l’ha definita una delle persone più influenti dello sport italiano. Come una ragazza della sua età, continua a frequentare la scuola, si trucca e si veste come una teenager e con l’aiuto di protesi speciali, riesce ad indossare comodamente scarpe con il tacco. In attesa di prendere la maturità che le consentirà di andare a lavorare per Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione fondato dal gruppo Benetton e da Oliviero Toscani, sogna le prossime Olimpiadi.

Un oro da favola

Entusiasmo irrefrenabile nella giornata in cui si vede anche la vittoria del grande Alex Zanardi: Bebe conquista il gradino più alto del podio. Sogna di eguagliare la carriera della collega Valentina Vezzali e le premesse sono davvero buone. A 19 anni è l’unica schermitrice al mondo a gareggiare con quattro protesi artificiali, compreso addirittura il braccio armato. Precisa e concentrata, sbaraglia in finale 15-7 la cinese Jingjing Zhou. Bebe emozionantissima, con il sorriso sulle labbra, dichiara subito dopo la vittoria: “E’ la giornata più bella della mia vita, non si può spiegare. E’ tutto stupendo: non voglio più uscire da questo palazzetto, fatemi vivere qui”. L’oro è di nuovo italiano e questa volta vale molto, molto di più! Pensate ancora che qualcosa sia impossibile?

Bebe Vio Paraolimpiadi