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Dopo le denunce di abusi psicologici sulle ginnaste, parla Vanessa Ferrari

Dopo le denunce di abusi psicologici sulle ginnaste, parla Vanessa Ferrari

Vanessa Ferrari, classe ’90 e argento olimpico per la ginnastica artistica a Tokyo, ha deciso di raccontare il suo passato di lotta con i disturbi alimentari. L’atleta, quasi 32enne, ha rifiutato qualunque tipo di intervista, per evitare la strumentalizzazione delle sue parole. Si è però aperta sul proprio profilo Instagram, parlando direttamente ai follower. Un lungo post in cui ha raccontato la sua esperienza e il suo punto di vista rispetto alle recenti denunce di abusi psicologici sulle ginnaste della ritmica.

La confessione di Vanessa Ferrari

Nelle ultime settimane, l’argomento più discusso c’è stato quello delle denunce di abusi psicologici di alcune ex ginnaste del Centro Tecnico Federale di Desio. Continue vessazioni, pressioni e commenti sul loro peso e sul loro aspetto sono finite al centro di un’indagine e, dopo la prima denuncia, ne sono seguite molte altre.

Una vicenda che ha destato immediato scalpore nell’opinione pubblica e che ha gettato un’ombra su tutta la categoria sportiva. Proprio per questo motivo è in queste ore vasta la mobilitazione di atleti ed ex atleti che hanno deciso di dare la propria opinione sui gravi fatti denunciati. Tra queste c’è la celebre Vanessa Ferrari, argento olimpico a Tokyo e, probabilmente, una delle ginnaste più conosciute e apprezzate del nostro paese.

Dopo giorni di silenzio, ha deciso di parlare in maniera diretta e senza intermediari al suo pubblico, affidando una lunga confessione ai social. Il post inizia con una riflessione amara: “Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di Ritmica e Aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa… Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti. All’alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative.” 

Severità e cattiveria: occorre costruire un confine netto

Poi la confessione: “Mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori. Conosco perfettamente questi aspetti, l’ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire.” E prosegue: “Ho avuto modo di confrontarmi anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito.” 

“Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute.” Quindi l’appello all’umanità delle persone perché si possa definire, una volta per tutte, un confine netto tra severità della disciplina e cattiveria. Il post si chiude poi con una speranza: “Concludo invitando a non demonizzare la ginnastica, non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso.”

Le altre opinioni rispetto alla vicenda

Il racconto di Vanessa Ferrari ci restituisce una fotografia del mondo della ginnastica agonistica crudo ma non per questo totalmente malato. Il fatto che le ginnaste siano sottoposte a rigidissimi regimi alimentari e a massacranti allenamenti non è altro che un segreto di Pulcinella. Basta guardare le gare in TV per accorgersene.

Come ha recentemente dichiarato Laura Zacchilli, altra stella della ritmica: “È giusto far chiarezza su questa vicenda ed eventualmente prendere i dovuti provvedimenti.” Ma, ha poi aggiunto: “Parliamo di una disciplina in cui ad alti livelli il fisico e l’aspetto estetico assumono un’importanza primaria, per cui è normale che sia necessario osservare un rigoroso regime alimentare e che più si alza l’asticella della competizione, maggiori sono i sacrifici richiesti.”

L’atleta parla di sollecitazioni interpretate come stimoli per la propria crescita umana e sportiva. Ed è proprio attraverso le sue parole, quelle di Vanessa Ferrari e di tutte le altre che hanno deciso di parlare che il quadro si fa ancor più complesso. Il confine è labile. La ginnastica è uno sport difficile, fatto di sacrifici. Una parola in più o una detta male, possono incidere in maniera devastante sulla mente di una ginnasta. Perché, ricordiamolo, oltre a essere bravissime atlete sono prima di tutto delle ragazzine, lontane da casa e dagli affetti, che vedono nei propri preparatori un punto di riferimento sotto ogni aspetto. Sono loro ad avere un’infinità di responsabilità e per questo motivo dovrebbero soppesare ogni parola e ogni atteggiamento. 

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