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Bambini e Covid: “Famiglia allargata” per mantenere le relazioni tra coetanei

Bambini e Covid: “Famiglia allargata” per mantenere le relazioni tra coetanei

La pandemia di Coronavirus va avanti ormai da più di un anno e con lei tutte le problematiche che investono il mondo dei minori e delle loro famiglie. La didattica a distanza, le aree gioco chiuse, la sospensione di gran parte delle attività extra scolastiche. Queste sono solo alcuni dei problemi con i quali, da marzo 2020, ogni famiglia convive. La socialità dei più piccoli è stata pesantemente minata con conseguenze anche molto gravi. Dallo psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai arriva la proposta: una ‘famiglia allargata’ per mantenere le relazioni tra coetanei.

Minori e pandemia: come conciliare sicurezza e affettività?

La pandemia ha colpito il mondo dei minori su più fronti. Sono aumentati i bambini e i ragazzi che si trovano oggi in una condizione di povertà. Sono aumentati i disturbi psichici e psicosomatici, quelli alimentari e quelli del sonno. Le scuole, le attività ricreative e sportive chiuse hanno determinato un progressivo isolamento che, per i soggetti più fragili, è stato fortemente impattante. Per cercare di conciliare sicurezza e affettività, molte famiglie si sono inventate ‘metodi casalinghi di gestione dei figli’. Ma l’obiettivo non è solo quello di mantenere le relazioni tra coetanei. Creare una bolla, una piccola rete di soccorso tra famiglie, significa resistere ad una situazione fortemente stressante per i più piccoli ma anche per i genitori.

Una “famiglia allargata” come antidoto all’isolamento

Il medico, ricercatore e psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai ha presentato una proposta al Comitato tecnico scientifico. Si tratta di una sorta di documento per ‘regolarizzare’ ciò che tante famiglie già fanno. Come spiegato in un’intervista rilasciata da Pellai a Repubblica: “Ogni famiglia dovrebbe gemellarsi con un’altra che abbia bambini di pari età, firmando un patto di corresponsabilità dove ci si impegna a non diventare fonte di contagio reciproca”. E prosegue: “Dentro questa bolla viene preservata per i bambini la possibilità di interagire e soprattutto giocare assieme ai coetanei”. Una soluzione che gioverebbe anche ai genitori: “La famiglia allargata diventa anche utile per gli adulti che possono alternarsi e aiutarsi”.

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