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12 consigli per aiutare il tuo bambino a dormire tutta la notte

12 consigli per aiutare il tuo bambino a dormire tutta la notte

Dormire tutta la notte, specie nei primi anni di vita di un bambino, può sembrare un miraggio per molti genitori. All’inizio pare che il neonato confonda il giorno con la notte, poi arrivano le coliche, poi i denti, poi ancora gli incubi. Insomma, essere mamma e papà può risultare davvero stancante!

Alcuni bambini riescono a stabilizzare il proprio ritmo con il passare del tempo mentre per altri il percorso sembra essere molto più difficile. Non esiste una regola valida per tutti ma ci sono comunque una serie di consigli che possono tornare estremamente utili per regolarizzare il sonno dei bambini.

Tra le opinioni di pediatri e pedagoghi, studi medici e raccomandazioni, abbiamo cercato di far chiarezza sul mondo del sonno infantile. Esso infatti non dipende esclusivamente da ciò che accade durante la notte ma da una grandissima quantità di fattori, abitudini e comportamenti che possono incidere in maniera positiva o negativa sulla nanna.

Vediamo allora insieme 12 consigli per aiutare il bambino a dormire per tutta la notte:

1) La differenza tra giorno e notte

L’alternanza giorno/notte non è chiara nel bambino. Durante i primi mesi di vita, tutta la sua giornata è cadenzata esclusivamente dal ritmo delle poppate. Gli ormoni che entrano in gioco per la produzione del latte sono la prolattina e l’ossitocina. Quest’ultima è anche la responsabile delle contrazioni che innescano il parto ed è maggiormente prodotta durante il sonno, motivo per il quale la maggior parte dei travagli comincia in piena notte. Questa premessa è necessaria per capire come, almeno in una prima fase, sia molto raro riuscire a far dormire un neonato per tutta la notte, specie quando allattato al seno. Detto questo, con il passare dei mesi è possibile comunque adottare una serie di strategie, rituali e buone abitudini per accompagnare il bambino ad un’adeguata differenziazione tra giorno e notte. 

neonato in braccio

2) Stabilire un luogo per la nanna

Identificare uno spazio preciso e confortevole per la nanna è fondamentale. Come consigliato dalla pedagogista montessoriana Grazia Honegger Fresco, autrice del libro Facciamo la nanna, fino al primo anno di età il bambino dovrebbe dormire vicino ai genitori. Che preferiate farlo dormire nel lettone o in una culla nella vostra camera da letto, sappiate che questa pratica aiuta il bambino ad armonizzare più velocemente il suo ritmo del sonno con quello degli adulti. Uno studio dell’Accademia Americana di Pediatria raccomanda questo metodo anche per prevenire la morte in culla o SIDS. Dormire accanto ai genitori garantisce un sonno sereno ma più leggero al bambino che è dunque in grado di svegliarsi in caso di rigurgito, coperta sulla faccia od ostruzione delle vie aeree.

neonato dorme con genitori

3) Il lettino e la cameretta

Superato l’anno di età, il bambino può essere accompagnato verso una prima forma di autonomia, imparando a dormire nel lettino o addirittura nella propria cameretta. È importante che il cambio di abitudine non sia repentino ma graduale. La cameretta deve essere un luogo ospitale e “a prova di bimbo”. Il letto deve essere sicuro – con sbarre alte e rivestite – oppure di ispirazione montessoriana, posto a terra per permettere al bimbo di raggiungerlo e di uscirne in autonomia. La stanza inoltre deve essere non troppo calda ed avere il giusto grado di umidità. È importante vivere la cameretta insieme al bambino, dedicando tempo ai giochi o magari alla lettura proprio in quella stanza. Al momento della messa a letto, accompagnatelo verso le braccia di Morfeo stando con lui fino a quando non si sentirà sicuro di potersi addormentare: non deve percepire l’abbandono.

lettino bimbi

4) Luce e suoni

I bambini non apprezzano il buio totale e la completa assenza di suoni. Ciò che maggiormente calma un neonato (ma più in generale i bambini), sono luci calde e soffuse e rumori bianchi. Creare un contesto simile durante la nanna significa quasi riportarli all’ambiente uterino, quando la percezione dei suoni era ovattata e la luce molto fioca. I rumori bianchi sono così chiamati perché sono formati dalla somma di moltissime frequenze sonore, esattamente come la luce bianca che è la somma di tutti i colori dello spettro visibile. Uno studio inglese, pubblicato nel 1990, ne provò l’efficacia su neonati dal sonno difficile, l’80% dei quali si addormentò dopo soli 5 minuti di ascolto. I dispositivi che emettono rumore bianco devono essere posti ad una certa distanza dal bambino, a volume basso e devono essere spenti una volta che il bambino si addormenta.

bimbo che dorme

5) I pisolini durante il giorno

I neonati dormo in genere tra le 14 e le 18 ore al giorno ma, fino ai 5 anni circa, tutti i bambini necessitano di un pisolino pomeridiano. Per distinguerli nettamente dalla nanna lunga della notte una buona strategia è quella di farli in luoghi diversi dallo spazio dedicato al sonno notturno. Nel passeggino, su una sdraietta, sul divano o magari su un’amaca, meglio se posizionati in uno spazio della casa dedicato alle attività diurne. È bene inoltre che durante i pisolini la casa non diventi silenziosa come durante la notte proprio per marcarne la differenza.

passeggino

6) Impostare una routine

Se durante le ore diurne le attività possono essere diverse e variare a seconda dei giorni della settimana, la sera dovrebbe seguire una routine ben precisa e riconoscibile dal bambino. La cena dovrebbe essere fatta sempre alla stessa ora ed essere inserita in un contesto di rituali precisi. L’ideale, secondo la pedagogista Fresco, è iniziare tra le 18 e le 20 con un bagnetto caldo (acqua a 38 gradi) della durata di circa 15/20 minuti. Si indossa il pigiama e ci si mette a tavola. Dopo la cena dovrebbero passare un paio d’ore per permettere la digestione. Durante questo lasso di tempo sono consigliati giochi tranquilli, musica rilassante o canti e la lettura di libri. Se adotterete questa routine fin dalla nascita sarà sicuramente più facile accompagnarlo verso una nanna più serena e, dunque, anche più durevole.

bagnetto, routine sera bambino

7) Chi fa addormentare il bambino

Per molti genitori questo argomento è motivo di contrasto. Capita spesso che un bambino tenda ad addormentarsi più facilmente con un genitore piuttosto che con l’altro e che non riesca a dormire affatto con nonni, parenti o babysitter. Per una più equa ripartizione delle fatiche e per una buona autonomia del bambino rispetto ai genitori è bene che sin da subito ci si concentri sulla routine della nanna. Sono le pratiche e le abitudini ad accompagnare il bimbo al sonno, non la persona che le fa. Questo non significa che chiunque possa addormentare vostro figlio: è necessario un rapporto intimo e di fiducia. Certo è, però, l’autonomia concessa da questo tipo di approccio contribuirà a formare l’atteggiamento del bambino che tenderà ad essere più autonomo, indipendente ed estroverso anche quando sarà il momento di lasciarlo al nido o all’asilo. Credetemi, anche il rapporto mamma/papà ne gioverà molto!

addormentare il bambino

8) I pasti prima della nanna

Al primo Forum internazionale Paidoss, tenutosi a Napoli nel 2014, è emerso come il cibo possa essere connesso ai più comuni disturbi del sonno infantile. Una volta che il vostro bimbo sarà in grado di mangiare a tavola piatti cucinati, è bene scegliere i menù giusti per agevolare la digestione e il sonno. Cibi come il latte, lo yogurt, il riso o i legumi contengono il triptofano, un amminoacido che agisce sui meccanismi che regolano l’umore dando tranquillità al bimbo. Anche le zucchine, le carote, le prugne, il pollo o gli spinaci possono contribuire poiché contengono potassio, un minerale in grado di regolarizzare il battito cardiaco. Da evitare invece la carne rossa, il pesce, i broccoli e i prodotti a base di cioccolato: troppo energetici e più adatti al pranzo.

cena bambino

9) Tisane prima di andare a dormire

Anche infusi e tisane possono essere somministrati prima della nanna, magari per iniziare a sostituire l’ultima poppata o l’ultimo biberon di latte prima di coricarsi. Camomilla, biancospino, melissa, tiglio, valeriana o verbena sono ideali per favorire il sonno a patto che non siano zuccherati. Per rendere più appetibile la tisana è possibile dolcificarla con il miele. Paola Marangione, responsabile della Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X, ne consiglia l’uso nell’alimentazione infantile poiché si tratta di un alimento naturale e sano. La dottoressa però sottolinea anche come questo non debba assolutamente essere somministrato ai bambini di età inferiore a 1 anno. Nei neonati infatti la flora batterica intestinale non è ancora completamente formata e le spore contenute all’interno del miele potrebbero provocare il botulismo infantile, una grave forma di intossicazione.

camomilla

10) Non stancarlo troppo durante il giorno

Durante il giorno, anche quando è molto piccolo, il bambino dovrebbe essere libero di muoversi ed esplorare il mondo circostante. In casa, il neonato dovrebbe stare su piani d’appoggio ampi che ne favoriscano i progressi come il girarsi o l’iniziare a muoversi verso oggetti di interesse e dovrebbe uscire per fare passeggiate almeno una volta al giorno. Quando il bimbo è più grande le attività aumentano: potrebbe andare al nido, al parco giochi, in visita da parenti o seguire i genitori durante le commissioni quotidiane. L’importante è bilanciare le attività con la sua necessità di riposo. Stancare eccessivamente un bambino non lo farà crollare di sonno la sera, anzi. Quando un bambino è troppo stanco diventa irrequieto, nervoso e irascibile rendendo il momento della nanna un vero incubo.

bambini gioco

11) Evitare monitor e TV

Nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato il documento intitolato Guidelines on physical activity, sedentary behaviour and sleep che, tra altre questioni, definisce anche il numero di ore che un bambino, a seconda dell’età, dovrebbe passare davanti ad uno schermo. L’accesso a dispositivi come tablet, TV o PC dovrebbe essere negato ai bambini inferiori all’anno di età, dai 2 ai 4 anni non più di un’ora. Al di là dei contenuti discutibili che si possono trovare in TV o su Internet e della sedentarietà cui la pratica predispone, emerge anche quanto gli schermi possano essere dannosi per il sonno e di come l’abuso di queste tecnologie porti ad una vera e propria atrofia della capacità emotiva. Nelle ore precedenti alla nanna dunque è assolutamente sconsigliato l’uso di qualsiasi dispositivo elettronico.

videogiochi

12) Risvegli notturni, brutti sogni e richieste

Nonostante l’adozione di buone pratiche per favorire il sonno, i risvegli notturni sono da considerarsi assolutamente normali. In una prima fase, molto probabilmente, coincideranno con le poppate dunque, per quanto possibile, cercate di essere celeri per non trasformare il risveglio in un pianto disperato difficile da consolare. Quando il bambino è più grande e inizia a dormire da solo, i motivi del risveglio possono essere la richiesta di acqua, il bisogno di andare in bagno o magari un brutto sogno. In questa fase è essenziale mantenere come luogo di riferimento la cameretta e raggiungere il bambino nella propria stanza per soddisfare il suo bisogno. In particolare, quando si tratta di paure, farlo ritornare nel lettone può diventare estremamente controproducente. Spostatevi nel suo lettino e aiutatelo a calmarsi facendogli capire che è quello il luogo più sicuro.

bambino nanna

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