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Padre e figlio: come la pandemia ha cambiato il rapporto genitoriale

Padre e figlio: come la pandemia ha cambiato il rapporto genitoriale

Durante il periodo della pandemia molti genitori si sono trovati tutto il giorno a contatto con i loro figli, anche durante le ore lavorative. Questo ha ovviamente cambiato non solo i ritmi, ma anche il rapporto padre-figlio che molto spesso viene trascurato per privilegiare quello con la madre.  

I padri durante la pandemia 

Molti padri raccontano di come si siano sentiti più vicini ai loro bambini da quando la scuola ha permesso loro di svolgere le lezioni in Dad. Questo infatti ha dato la possibilità di pranzare insieme, stare più alzati la sera e non avere delle interruzioni durante la giornata a causa degli spostamenti per tornare da scuola o dal lavoro. Ci sono dei padri però che si sono trovati in difficoltà, con la necessità di monitorare il figlio nell’altra stanza per assicurarsi che facesse i compiti e nel frattempo svolgere le proprie chiamate di lavoro. Ecco che ci si rende conto della mole di occupazione delle donne e madri che ogni giorno si trovano a dover portare avanti una volta tornate a casa.

Gli uomini hanno preso quindi una maggiore consapevolezza del loro ruolo all’interno della famiglia e del rapporto che hanno con i figli, di come possono anche aiutare in casa per agevolare le compagne. 
Questo probabilmente anche a causa della necessaria lontananza creata durante il periodo Covid-19 dalle sale parto dove i padri non potevano entrare e dalla costante presenza in casa che li metteva di fronte a quello che quotidianamente una donna deve affrontare per tenere in ordine. 

I neonatologi sono inoltre favorevoli al ritorno in ospedale per i padri al momento del parto. Questo permette di dare un grande supporto sia alla madre che al bambino appena nato e soprattutto crea un legame molto forte a livello genitoriale.

Gender gap: come superarlo in termini lavorativi 

Ritorna spesso il tema del gender gap tra uomo e donna in termini di guadagno, anche se non è l’unica discrepanza. Una domanda scomoda che viene posta alle donne in sede di colloquio riguarda proprio la volontà di avere dei figli, cosa che non viene invece mai chiesta ad un uomo. Secondo i dati Inps è il 74% delle donne italiane a occuparsi interamente della famiglia. Godono di 5 mesi retribuiti all’80% contro i soli 10 giorni facoltativi per i padri, la cui richiesta deve essere fatta con almeno 15 giorni di preavviso.

Con il nuovo Ddl si potrebbe avere un congedo di 5 mesi per entrambi i genitori pagato al 100% e non oltre i 6 mesi di congedo sia per il padre che per la madre fino ai 14 anni di età. Si aggiunge al già presente congedo parentale aggiungendo alcune modifiche, e verrà esteso fino a marzo 2022 proprio a seguito dell’emergenza Covid-19.

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