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“Senso di colpa della mamma”: cos’è e come superarlo

“Senso di colpa della mamma”: cos’è e come superarlo

Essere genitore non è facile. Non tanto dal punto di vista biologico ma piuttosto da quello psicologico e sociale. I ruoli genitoriali sono ricoperti da una spessissima coltre di stereotipi, credenze popolari e aspettative. Proprio a causa di tutta questa pressione, spesso ci si può sentire inadeguati e le donne in particolare possono ritrovarsi a vivere la frustrazione del “senso di colpa della mamma”.

Cos’è il “senso di colpa della mamma”

Il “senso di colpa della mamma” è quella sensazione di inadeguatezza che vivono molte donne, specie nei primi anni di vita dei propri figli. La sensazione è quella di non sentirsi all’altezza delle aspettative di parenti e amici, di non fare abbastanza per i propri figli, di non reggere il confronto con le altre mamme.

Il senso di colpa della mamma è alimentato da sempre dal misticismo che circonda la figura materna. L’archetipo della mamma perfetta – dedita ai figli, dinamica, sorridente, curata, con una casa perfetta e prole angelica – riempie le pagine dei giornali, gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari.

Negli ultimi anni poi, sui social è un continuo proliferare di profili di super mamme con 3, 4, 5 figli, anch’essi perfetti e super performanti. Persino i profili che dispensano tips e frasi motivazionali risultano essere controproducenti. A far crescere il senso di colpa della mamma, ci sono le continue contraddizioni.

Le mamme dovrebbero imparare a prendersi cura di se stesse ma senza rinunciare ad una casa perfettamente linda. Devono essere disposte a rotolarsi su un prato con i propri figli, ma preferibilmente con un tacco 12. Devono fare le amiche dei propri figli, ma non cedere di un passo davanti alle loro crisi, o altre assurdità che non fanno altro che far sprofondare nello sconforto le mamme.

Come superare il senso di colpa della mamma

A soffrire di più il senso di colpa, anche se non in maniera esclusiva, sono le mamme lavoratrici. Il trattamento a loro riservato non è particolarmente lusinghiero da parte della società. Ma per non cadere in una spirale che potrebbe addirittura portare alla depressione, occorre innanzitutto cambiare prospettiva.

Invece di giudicarci continuamente misurandoci con modelli stereotipati, dovremmo puntare tutta la nostra attenzione sui nostri figli. Sono felici? Vivono in uno stato di stress e frustrazione? Stanno crescendo sani? Si stanno costruendo una rete di amicizie solida? Questo dovrebbe essere il nostro metro di giudizio.

Dopodiché, dovremmo imparare a guardarci con un po’ più di indulgenza. Anche se aspiriamo al massimo, le nostre batterie non possono essere sempre al 100%. E anche quando lo sono, il nostro massimo potrebbe non coincidere con il massimo di altre mamme. Cerchiamo di rispettare i nostri tempi, il nostro corpo, le nostre aspirazioni e la nostra felicità. Una madre serena cresce figli sereni.

Donald Woods Winnicott, un famoso pediatra e psicoanalista britannico, negli anni ’60 del secolo scorso aveva coniato un termine che racchiude in sé l’antidoto al senso di colpa della mamma. “La madre sufficientemente buona” è colei che cresce il proprio figlio nella serenità della non perfezione. Senza particolari frustrazioni ma consapevole dell’incertezza del domani, delle differenze caratteriali e di tutte le altre mille variabili che possono cambiare i nostri piani. 

Winnicott ci insegna ad amare i nostri figli e a farli crescere in un contesto che sia perfetto per noi, indipendentemente da modelli in circolazione. Ogni famiglia ha la sua personalissima dimensione e va bene così.

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