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Anticoncezionali maschili: a che punto è la sperimentazione?

Anticoncezionali maschili: a che punto è la sperimentazione?

Sono anni che si parla di anticoncezionali maschili ma solo adesso gli studi scientifici stanno iniziando a dare risultati promettenti. Se davvero entrasse in commercio una pillola per gli uomini, questo segnerebbe una svolta decisiva. Gli uomini otterrebbero un ruolo molto più attivo nella pianificazione familiare e si ridurrebbero di molto le gravidanze indesiderate. Ma come funzionano questo nuovi medicinali e a che punto è la sperimentazione? Scopriamolo insieme.

Cosa sono e come funzionano gli anticoncezionali maschili

Finora, gli uomini che non desiderano avere figli hanno potuto contare sostanzialmente su una gamma di anticoncezionali molto limitata. Il più noto è certamente il preservativo, l’altro è la vasectomia. Diversamente, la pianificazione familiare spetta esclusivamente alla compagna, che può scegliere tra pillole, spirali, cerotti, anelli, diaframmi, preservativi femminili o sistemi di rilevazione della temperatura basale.

In occasione dell’ultimo congresso annuale ENDO in Georgia (Stati Uniti) si sono però discussi i primi risultati dei test su una nuova generazione di anticoncezionali maschili e, questa volta, i dati sembrano incoraggianti. Quelli precedenti (su cui comunque la ricerca non si è esaurita) agivano a livello genetico, inibendo la formazione del liquido seminale, “sopprimendo” l’attività del gene RAR.

Gli anticoncezionali maschili di nuova generazione invece agiscono a livello ormonale, esattamente come quelli femminili. Si tratta sostanzialmente di steroidi anabolizzanti che agiscono sull’ipofisi e inibiscono la produzione di testosterone e, quindi, di spermatozoi.

A che punto è la sperimentazione?

Le 2 pillole maschili DMAU e 11ß-MNTDC hanno superato la fase1 della sperimentazione. La maggior parte dei volontari che le hanno provate si è detta favorevole a proseguire i test, ma la strada verso la commercializzazione del farmaco è ancora lunga. I 2 medicinali dovranno superare altre 4 fasi di sperimentazione e si dovranno sciogliere i dubbi rispetto agli effetti collaterali.

La pillola maschile infatti può portare ad aumento di peso, calo del desiderio, alla riduzione del colesterolo buono e all’aumento dell’ematocrito nel sangue. Per questo motivo si sta pensando di bilanciarne i “danni” con una compensazione farmacologica del testosterone, anche se ci sono forti dubbi perché la comunità scientifica la ritiene un’azione rischiosa.

Prima di poter acquistare un anticoncezionale maschile in farmacia potrebbero volerci ancora almeno 5 anni in America e 2 in più in Europa. Per quanto riguarda invece la pillola maschile ad azione genetica, si prevede che la sperimentazione sull’uomo possa iniziare entro la fine del 2022.

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